sabato 20 febbraio 2010

Ora è il momento del Bianco...

I colori di mia figlia
Rosso.
E tu rispondi rosso peperone
 Io penso al rosso di quel grande cuore
 Che hai disegnato piena d’emozione
 Su quel tuo diario per il primo amore 
  Giallo.
E tu rispondi giallo canarino
 Io penso al giallo del cotone leggero 
Che hai scelto per quel corto vestitino
 Che volevi mostrare al mondo intero.
  Verde. 
E tu rispondi verde come l’erba
 Io penso al verde di quel primo ombretto 
Che ti sfumavi sulla faccia acerba
 Cercando nello specchio un tuo difetto.
  Viola.
E tu rispondi violette appena nate 
Io penso al casco viola e al motorino 
Che han visto le tue corse scatenate 
Già così allegra dal primo mattino.
 Bianco.
 E tu rispondi il bianco della sposa 
Io penso al bianco della luce vera 
Che tu hai portato sempre in ogni cosa 
Ne faccio un quadro e per me vien sera.

( Sara Ferraglia )
Poesia vincitrice Premio "Ruba un raggio di sole"-II edizione
Città di Castello - Pg ( maggio 2004 )

sabato 13 febbraio 2010

I resti di una vita

Una poesia scritta qualche tempo fa , recentemente commentata nel blog :
"Letture ( e scritture)" - http://www.antonellapizzo.wordpress.com/ .
Segue il testo completo del commento.

I resti di una vita 
Un vecchio con le mani nei rifiuti
scavava dentro ai resti di una vita 
fra gli occhi di chi guarda ma non vede
 Automi di passaggio freddi e muti, 
ignari di una trama già ordita, 
scorrevano sul grigio marciapiede. 
 Un torsolo di mela, una focaccia 
oggetti lacerati dagli squarci,
 utili un tempo ed ora abbandonati, 
poneva il vecchio nella sua bisaccia 
cercando del passato i resti marci,
profumi e odori indifferenziati. 
 Negli occhi azzurri fra i capelli bianchi
 un improvviso guizzo d’allegria 
o forse solo un lieve appagamento 
scambiato dagli automi vuoti e stanchi 
per uno sguardo pregno di follia, 
quando immondizia è anche il sentimento.

(Sara Ferraglia)
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Credo che in un giorno così freddo questa poesia cada proprio a pennello. Trovo molto bella e indovinata la scorrevolezza degli endecasillabi, sempre molto ariosa, coerente -interessante la piccola stenosi del quinto verso, non penso casuale – e poi l’attacco pensato in forma di prosa, che conduce alla sequenza più isolata dei vari fotogrammi. Ho avvertito una buona coesione nel piccolo impianto, e anche l’intensità della sua immagine, che apre e chiude la struttura come se tripartita nei tre blocchi in trame differenti: nel secondo, quello centrale, la sua figura si svela e si cela attraverso gli oggetti del suo cercare, a volte come appendici o pezzi di un solo apparato pulsante; nel primo e nel terzo pare che prevalgano invece rispettivamente i movimenti delle mani e quelli degli occhi tra i capelli, come motori “umani” dell’azione, paralleli e forse ragionati in simmetria con le loro rispettive prese sul rifiuto e sulla luce -”guizzo, azzurro”, tutto molto liquido, orizzontale, disteso. Bello il contrasto tra lo sguardo che non vede della prima strofa e la follia del finale: sarà mai lo stesso buio? E l’azzurro arioso degli occhi contro il bianco fisico e più materiale dei capelli, un’idea di tempo e forse di giovinezza, che risuona ancora molto forte nella forza del colore. Questo è quello che ho colto, nel mio piccolo. Mi sembra un lavoro molto interessante e da approfondire. Grazie di questo bel dono, Luigi Salerno

lunedì 8 febbraio 2010

Soffio d'inizio

Soffio d'inizio

Stai pensando ad un nome

Italiano, ovviamente

Inizi dalla A e ridiamo

per certi che ci vengono in mente

Eppure un parente lontano

si chiamava così,

con questo nome strano.

Se ti appassiona l’etimologìa,

cerca il significato della vita,

ch’è forza pura, vigore naturale

è l’anima che inizia a respirare

è il battito di un cuore

è poesia.

Ancora non ha un nome,

si chiama solo “vita”

e vita sia.

( Sara Ferraglia )

giovedì 4 febbraio 2010

Neve




A malincuore
sto lasciando le impronte sulla neve
Oh, potessi volare,
lasciar che il bianco
bianco sia per sempre!
Oppur, se proprio devo,
segnar solo una traccia che sia lieve
quasi un ideogramma,
come farebbe il passero o il fringuello.
Invece alle mie spalle
la purezza è violata,
l’incantesimo è rotto.
Com’è bambino il mondo
dopo una nevicata!

( Sara Ferraglia )