venerdì 21 novembre 2008

Piccola bimba scura

Piccola bimba scura

Piccola bimba scura

 principessa orientale 

nata tu all’alba ed io al tramonto

 ma di un giorno uguale

 e mentre tu crescevi 

io con te imparavo un amore nuovo

 di madre insieme e di sorella 

Se su sapessi piccolina 

con quel sorriso

 se tu sapessi quanto eri bella. 

Quando lasciai la casa

 incontro alla mia vita

 tu stavi male e sembravi smarrita 

come un cucciolo solo 

che bagnato rincasa sotto un temporale. 

Poi sei cresciuta in fretta 

ma voglio ricordarti, 

piccola bimba scura, 

che ti ho tenuta stretta sul fondo del mio cuore 

come per ripararti da ogni tua paura.

( a mia sorella Francesca )

( Sara Ferraglia )

giovedì 20 novembre 2008

20 - novembre : il ricordo di te

Ricordo d’infanzia 

All’alba,il fruscio di passi felpati;
 scendeva le scale il mio angelo stanco, 
la notte era piena dei tempi passati 
ed io respiravo,bambina,al suo fianco. 
 Il sole nei campi bruciava la pelle 
riempiva di luce dolcissime rughe; 
guardavo i suoi occhi aspettare le stelle 
e sotto il cappello sognare di fughe. 
 Ricordo le sere davanti al camino; 
salivan scintille ed erano draghi. 
Seduta nel grembo di un nonno bambino
 tremavo e ridevo alle storie di maghi.
 Le notti d’inverno forse eran più bianche 
o forse guardavo con occhi diversi. 
Adesso le stelle mi sembran più stanche
 o forse è il ricordo di sogni ormai persi.


  ( Sara Ferraglia ) Prima classificata al concorso “I Racconti del nonno contadino” ( Pernumia – Pd. Ottobre 2003)

martedì 18 novembre 2008

Passeggeri

Passeggero n° 2

Lui non timbra il biglietto 

stringe in tasca le mani 

Uno squillo improvviso 

Forse il solo suo affetto

 o il lavoro domani 

e nemmeno un sorriso 

 Scende all’ultima strada della periferia

 fuori piove a dirotto

 lui al cielo non bada 

e percorre la via

 nel suo vecchio giubbotto

( Sara Ferraglia )

giovedì 13 novembre 2008

Passeggeri


Passeggera n°1 

Ha una sciarpa di lana 
stinta come il suo sguardo
 i capelli sul giallo
 una corta sottana
maculata leopardo
 tacchi a spillo in metallo 
 Alla prossima scende
 Cambia nome al tramonto 
se la luce s’abbassa 
Quando il buio la prende 
un sorriso già pronto
 per il primo che passa

(Sara Ferraglia)

mercoledì 12 novembre 2008

C'era una volta

 C’era una volta

Ti sento ancora al centro della stanza
 Fra caldi fuochi e vesti in lana grezza
 C’era una volta la tua tenerezza 
Mentre ti muovi come in una danza. 
 Freddo l’inverno che ricopre i vetri 
Di te mi porta il bianco della mano 
Rosso il camino e mi parlavi piano
 Di nere notti di folletti e spettri. 
 Ti sento ancora al centro del giardino 
Tappeto di violette a primavera 
Ritorna un dolce canto verso sera 
E mi rivedo insieme a te bambino. 
 A come ali per volar lontano 
B come baci sulle gote belle
 C come il cielo e tutte le sue stelle 
D come dita che accarezzan piano. 
 Eco di rime che per me intonavi 
Tocchi e rintocchi dall’antica torre
 Calda l’estate e la mia vita scorre
 Con i tuoi passi sulle vecchie travi.
 L’autunno invade con colori audaci 
Le valli, i boschi ed apre la cantina
 Odor di mosto ed in quest’aria fina
 Riposa il tuo ricordo nelle braci.

( Sara Ferraglia )

domenica 2 novembre 2008

Del mio paese, giorni e stagioni


Del mio paese, giorni e stagioni. 

Ci son parole che all’improvviso 

aprono squarci nella memoria 

Lampi di luce sfumano intorno 

solcando un cielo di nubi intriso 

mentre riaffiora la mia storia,

 quel che son stata fino a quel giorno.

 Torno al canale dall’acqua chiara 

dove respiro l’odor di menta 

Vedo mia madre lavare china 

e un’ape ardita che sulla giara ronza, 

si posa e riparte lenta 

verso la tenue rosa canina. 

 Torno alla Sagra di San Michele 

a spume d’oro di dolci torte 

nate da braci dei forni a legna

 bagnate appena col dolce miele 

di quel moscato dal timbro forte 

che inebria i sensi e il palato impregna. 

 Se punge l’aria e si fa tormento

 tornano giorni di ghiaccio e neve

 quando il paese si addormentava 

e rimaneva soltanto il vento

 a spinger forte giù dalla Pieve 

fantasmi e grida per chi sognava. 

 Ci son parole che in un istante

 portano al mare dell’esistenza 

S’addensa il delta delle emozioni 

Ogni ricordo si fa vibrante

 nel ricomporre la pura essenza 

del mio paese, giorni e stagioni.

( Sara Ferraglia )